You are here
MI HANNO ISCRITTO AD UN GRUPPO SOCIAL SENZA IL MIO CONSENSO COME COMPORTARMI? L'Avvocato risponde 

MI HANNO ISCRITTO AD UN GRUPPO SOCIAL SENZA IL MIO CONSENSO COME COMPORTARMI?

Ci risponde l’avvocato Simone Labonia.

Nel contesto sempre più pervasivo delle comunicazioni digitali, l’uso di strumenti come WhatsApp è divenuto abituale anche per finalità professionali, associative o commerciali. Tuttavia, l’inserimento di una persona in un gruppo WhatsApp senza il suo previo consenso solleva rilevanti questioni giuridiche, soprattutto in materia di tutela della privacy e trattamento dei dati personali.

La disciplina principale in materia è il Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), che impone regole stringenti sul trattamento dei dati personali. L’aggiunta di un utente a un gruppo WhatsApp comporta il trattamento di diversi dati (nome, numero di telefono, immagine del profilo, stato), visibili a tutti i membri del gruppo. Pertanto, secondo il GDPR, tale operazione deve essere fondata su una base giuridica, tra cui il consenso esplicito dell’interessato (art. 6 GDPR).

Anche il Garante per la protezione dei dati personali italiano si è più volte espresso in merito, chiarendo che l’inserimento in un gruppo WhatsApp, specie se finalizzato a scopi commerciali, informativi o promozionali, senza consenso costituisce violazione della normativa sulla privacy. In particolare, se il gruppo è creato da soggetti terzi (scuole, aziende, associazioni), il rischio di trattamento illecito è elevato.

Chi aggiunge un utente a un gruppo WhatsApp senza autorizzazione può incorrere in sanzioni amministrative previste dal GDPR, che, in caso di violazioni gravi, possono arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo mondiale. In casi specifici, il comportamento può anche configurare illecito civile, con conseguente diritto al risarcimento del danno da parte della persona lesa.

In casi estremi, laddove l’inserimento sia reiterato, sgradito e finalizzato a molestare l’interessato, si potrebbe ipotizzare anche un illecito penale, ad esempio per molestia o trattamento illecito di dati (art. 167 del Codice Privacy).

Inserire un soggetto in un gruppo WhatsApp senza il suo consenso non è un atto neutro, bensì un trattamento di dati che deve rispettare i principi di liceità, correttezza e trasparenza.
La crescente digitalizzazione impone maggiore consapevolezza: il rispetto della privacy passa anche da gesti apparentemente banali come l’aggiunta a un gruppo WhatsApp.

scritto da 







Related posts